Quella volta con la mamma del mio collega

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Una sera mi ritrovai a casa del mio collega di lavoro Giacomo per una cena informale. Ad accogliermi c’era sua madre Marilena, una donna matura, affascinante e con un sorriso contagioso. Mentre ci presentavamo, sentii una connessione immediata. Durante la cena, i suoi occhi scuri mi scrutavano con malizia, mentre il suo sorriso si faceva sempre più audace.

Dopo cena, il mio collega Giacomo dovette assentarsi per un’emergenza, lasciandoci soli. La tensione erotica tra noi era palpabile. Ci avvicinammo lentamente, come se fossimo attratti da una forza magnetica. Le sue labbra trovarono le mie e ci scambiammo un bacio appassionato e dolce.

Senza dire una parola, mi prese per mano e mi guidò verso una camera da letto. I suoi movimenti erano sicuri e seducenti. Appena entrati, ci abbandonammo a una passione incontrollabile. Le sue mani esperte esploravano il mio corpo, mentre io percorrevo ogni curva del suo, scoprendo un piacere mai provato prima. Un corpo abbondante, un seno prosperoso e sodo, un culo da favola e una figa calda, umida e vogliosa del mio cazzo!

Eravamo due anime affamate di desiderio, pronte a esplorare territori proibiti. Nella penombra della stanza, ci spogliammo lentamente, lasciando che il nostro ardore prendesse il sopravvento. La sua pelle era morbida e calda, il suo respiro veloce tradiva l’eccitazione che provava.

Lentamente, Marilena mi spinse sul letto, posizionandosi sopra di me. I nostri corpi si fusero in un abbraccio intenso, mentre i nostri gemiti si univano in una sinfonia di piacere. Ogni movimento era un insieme di passione e trasgressione. Mi prese il cazzo in bocca, ero durissimo e la sua bocca calda lo avvolgeva completamente. Era bravissima a leccarlo con quella sua lingua umida e vellutata. Il mio cazzo pulsava di piacere ad ogni colpo di lingua. Poi se lo infilò nella figa calda e pelosa ed iniziò a cavalcarmi con passione, sempre più veloce e profondamente per sentirlo tutto fino in fondo alle palle.

Quella notte, scoprimmo l’uno nell’altra un lato di noi che ignoravamo. Esplorammo i confini del piacere, lasciandoci travolgere dalle emozioni senza freni. I nostri corpi si conoscevano come se si fossero cercati da sempre.

All’alba, ci svegliammo ancora intrecciati, sorridendo compiaciuti. Era stato un incontro segreto e proibito, ma nessuno di noi provava rimorso. Era stato un desiderio condiviso, una passione travolgente che ci aveva unito in modo inaspettato.

Da quel momento, ogni volta che ci incontravamo, il nostro sguardo complice tradiva il segreto che condividevamo. Marilena era diventata il mio tabù, la mia tentazione proibita, capace di farmi sognare ad occhi aperti e di farmi perdere il controllo tra le sue braccia.

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